Medici di famiglia e ginecologhi possono rassicurare le pazienti timorose di fronte alla prospettiva di vaccinarsi di nuovo contro l’influenza in una nuova gravidanza, magari molto ravvicinata alla prima: i risultati di un grande studio condotto negli Stati Uniti dimostrano infatti che la vaccinazione antinfluenzale in due gravidanze successive non si associa a un aumento del rischio di esiti perinatali avversi, neppure quando il secondo concepimento avviene a distanza di meno di un anno.
L’origine del dubbio
“Nel corso della gravidanza sono raccomandate le vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse e influenza (se la gestazione si verifica nel corso di una stagione influenzale), che devono essere ripetute a ogni gravidanza”, è quanto si legge sul sito del Ministero della salute. La sicurezza di immunizzazioni ripetute contro l’influenza era stata messa in dubbio da uno studio del 2017 in cui era emerso un aumentato rischio di aborto spontaneo. Questa associazione era stata poi smentita da uno studio successivo che aveva coinvolto oltre 1.200 donne, ma, per fugare ogni dubbio, gli autori dello studio appena pubblicato su JAMA Network Open ne hanno prese in esame circa 82.000.
Sono stati utilizzati i dati raccolti dal progetto Vaccine Safety Datalink – a cui collaborano i Centers for Disease Control and Prevention e le principali organizzazioni sanitarie operanti negli USA – relativi al periodo 2004-2018, per confrontare gli esiti perinatali delle gravidanze di una coorte di donne vaccinate in due gravidanze con quelli di una coorte di donne che non si erano vaccinate in nessuna delle due gravidanze.
Dati rassicuranti
Dall’analisi corretta per potenziali fattori confondenti – incluso il fatto che alcuni esiti avversi spesso ricorrono in gravidanze successive – è emerso che le vaccinazioni ripetute non aumentano il rischio di preeclampsia o eclampsia, distacco di placenta, nascita pretermine, rottura prematura delle membrane, corioamnionite e nascita di un bambino piccolo per l’età gestazionale. I risultati non sono modificati né dall’intervallo tra le gravidanze né dal tipo di vaccino antinfluenzale (trivalente o quadrivalente) utilizzato.
Gli autori dello studio hanno osservato che le donne che si erano vaccinate in occasione di entrambe le gravidanze – in genere con un buon livello di istruzione – avevano ricevuto cure prenatali più frequenti sin dalle prime fasi della gestazione e non avevano fumato o consumato alcol durante la gravidanza. La vaccinazione era quindi stata correttamente inserita tra le scelte più salutari per sé e per il nascituro.
